Monday 23 November 2009

UNA COMMEMORAZIONE DEI 50 ANNI IN ESILIO DEI TIBETANI A BANGALORE







Mi trovo ancora a Bangalore nello stato del Karnataka nel Sud dell’India. Partecipo ad un evento, organizzato dal Dipartimento dell’informazione e delle relazioni internazionali e dall’amministrazione centrale tibetana, in collaborazione con i 5 campi profughi presenti nello stato, la più grande comunità tibetana presente in India, per commemorare i 50 anni di esilio di sua eccellenza il Dalai Lama e dei rifugiati tibetani e per ringraziare il governo indiano per la sua ospitalità.
Il Dalai Lama, all’età di 15 anni, nel 1950, fu chiamato ad assumere i pieni poteri politici dopo l’invasione del Tibet da parte dei cinesi. Nel 1954 andò a Benjing per parlare con Mao Zedong e altri leader politici, man tutto ciò fu inutile e nel 1959 in seguito alla brutale soppressione dei tibetani il Dalai Lama fù costretto a fuggire in esilio in India. Sin da allora vive a Dharamshala nel Nord India.
All’evento hanno partecipato varie autorità indiane e tibetane. E’ stata allestita una mostra fotografica che illustra la storia dei 50 anni di esilio. Nel centro della sala 4 monaci sono intenti a fare un mandala di sabbia, un diagramma concentrico creato distribuendo su una superficie piana della sabbia colorata, rappresentando vari temi spirituali del buddismo. Una volta completato il mandala viene distrutto, accompagnato da una cerimonia che simbolizza il credo dottrinale di una natura transitoria della vita materiale.
E’ stato proiettato il film Kundun che racconta la vita del Dalai Lama dalla sua nascita all’inizio del suo esilio. La sala è piena di tibetani. I loro volti sono commossi, dai loro occhi si può osservare la sofferenza per una situazione che chissà se mai si risolverà un giorno. E’ seguita una discussione sui rapporti passati e presenti tra India e Tibet e infine uno spettacolo di danze e musiche ha terminato questa giornata. Si sono esibiti gli studenti del TCV, Tibetan Children Village di Bylakuppe, i monaci del monastero di Namdroling Palyul realizzando una danza tradizione in maschera, e infine i monaci del monastero di Mundgod con dei canti buddisti.

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