Wednesday 18 November 2009
CHANDRAGRI: UN’ISOLA DI PACE FUORI DAL MONDO
All’alba mi trovo vicino un grande stupa circondato da altri 8 stupa più piccoli. La luce tagliente filtra attraverso lunghe bandiere di preghiera e dei tibetani girano intorno pregando. Le montagne intorno fanno da cornice, mentre il sole si alza, facendo risplendere i loro contorni. Affianco, in un campo erboso, dei monaci giocano a calcio. Qualcuno gioca senza scarpe, altri sembrano venire dal Munchester United. Le porte sono fatte con degli assi di legno. Là vicino, in un laghetto, si rispecchiano due lunghe file di bandiere di preghiera che lo attraversano dall’alto in tutta la sua larghezza.
Girando tra i 5 campi che formano questo settlement tibetano, mi accorgo di quanto questo posto abbia pochi servizi. I negozi sono veramente pochi. Per trovare qualcosa in più bisogna arrivare al paese di Chandragiri e questo vuol dire camminare anche un’ora a seconda di dove si abita. Chi è più fortunato si può muovere con la moto. Nel campo n. 5, il più grande c’è un piccolo banco di vegetali, ma non c’è una grande scelta. In ogni campo c’è un monastero piu o meno vecchio, ma il gioiello del campo n.4 è il nuovo monastero che verrà inaugurato dal Dalai Lama a gennaio. Ospita circa duecento monaci che conducono un modello di vita monastico, anche se con dei maggiori privilegi rispetto ai tempi passati.
In zona ci sono pochi bus e molte strade sono sterrate. Molte case hanno un tetto fatto di lamiera e i colore dominante è l’azzurro-verde acqua. Le case sembrano tante piccole fattorie e tibetani sono così cordiali e molto ospitali. Un signore mi fa entrare per vedere la sua casa. Ha sette figli e in una delle camere da letto, dove sono appese molte foto del Dalai Lama, suo padre cieco di 87 anni è sdraiato sul letto a pregare. Non si cura della nostra presenza, è così concentrato dalla sua fede. Quattro dei figli sono in una stanza semibuia a vedere la tv.
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