Friday 27 November 2009
I MONASTERI DI BYLAKUPPE
Oggi dedico la mia giornata alla vita spirituale nei monasteri della zona. Entro nel monastero Sera Mei che ospita insieme all’altro monastero attaccato Sera Jhe circa 5 mila monaci buddisti. Entro attraverso il cancello principale e un po’ disorientato dalla vastità della struttura, cerco di addentrarmi dirigendomi alla cieca verso un enorme cortile e appena giro l’angolo, alla mia vista si presentano centinaia di monaci riuniti in gruppi. Chi è seduto, altri in piedi e assisto a qualcosa di molto strano. In ogni gruppo due o tre monaci discutono animatamente e sembrano quasi che vogliano bisticciare, sbattono le mani, quasi in segno di sfida, e gli altri intorno che assistono alla finta battaglia. Non capisco cosa succeda e purtroppo i monaci non parlano inglese e non riesco a farmi spiegare cosa stiano facendo.
E’ giunto il momento del pranzo e i monaci si riuniscono in una sala, sistemandosi, seduti su dei tappeti, in file parallele. Viene distribuito del pane tibetano, dali, a base di lenticchie, e una banana ciascuno. Durante il pranzo regna il silenzio. All’ingresso centinaia di paia di scarpe sono parcheggiate, formando un intrinseco mosaico.
Mi dirigo verso il famoso Golden Temple. All’interno tre statue alte 18 metri, completamente verniciate di oro, troneggiano nella sala enorme. Quella a sinistra appresenta il Buddha Amitayus, il Buddha della lunga vita, al centro il Buddha Shakyamuni, il fondatore del buddismo, e a sinistra il Guru Padmasambhava. Due draghi si attorcigliano intorno alle lunghe colonne colorate di rosso e numerosi dipinti decorano le pareti. Fantastico!
Nel tempio affianco un centinaio di monaci sono riuniti in preghiera. Suonano il tamburo, le trombe e i lunghi strumenti a fiato tipici tibetani. I loro canti preghiera mi ipnotizzano e mi fanno entrare in un’altra dimensione. Sfogliano i loro libri scritti in tibetano, lunghi e stretti, dai fogli sciolti con il profilo colorato di rosso. Bevono del the e si muovono ondeggiando avanti e dietro. E quando tutti gli strumenti e le voci incrociano i loro suoni, una forte energia si libera e sembra entrare dentro di me. Bisogna solo provarlo.
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