Wednesday 4 November 2009
IL CENTRO DI MADRE TERESA PER I RAGAZZI HANDICAPPATI
Il centro all’interno è illuminato da alcune luci a neon. L’atmosfera è abbastanza cupa. Sulle pareti sono stati disegnati dei disegni relativi alle missionarie della carità e ai bambini. Nella stanza i ragazzi stanno mangiando in un tavolo sono seduti tre ragazzi che si agitano, uno di questi sembra avere un solo occhio, molto sporgente e di colore azzurro. Un altro ha le orbite molto incavate e chissa se ci vede. Altri ragazzi siedono ad un altro tavolo. Due volontari li aiutano a mangiare. Altri sono seduti su un seggiolone. Sono i ragazzi che non possono sedersi sulle sedie normali perché hanno anche problemi fisici. Uscendo un altro ragazzino gioca saltellandoci sopra con un grosso pallone di colore rosso e giallo, sembra quella che si usa in palestra. Si diverte e un altro compagno tenta di inseguirlo. Salendo nella sala delle ragazze, le trovo tutte sedute per terra su un pavimento di colore marrone. Tutte hanno lo stesso vestito, a parte due che indossano un vestito di colore blu. Una ragazza gioca e si diverte andando in giro e saltellando a piedi nudi e cantando. Un’altra, seduta, tiene in braccio un’altra sua compagna che si lascia andare tra le sue braccia, sentendosi protetta. In un’altra sala un ragazzo, con l’aiuto di un volontario americano, si esercita a cantare. Con uno sfondo musicale, ha in mano una specie di vite grande di plastica che simula un microfono. Muove le dita della mano destra al ritmo della canzone. In un’altra sala un altro ragazzo si esercita a suonare una piccola pianola, aiutato da un altro volontario. Ha le mani che non si muovono bene, quindi per lui è molto difficile, ma al suono, prodotto dalle mani del volontario, lui ride. E quel sorriso ti riempe di gioia, quel sorriso ti fa capire quanto per lui quelle semplici note gli diano dei motivi per sorridere nella sua vita.
23 ragazzi e ragazze sono presenti, alcuni studiano all’interno aiutati dai volontari, altri studiano in una scuola speciale esterna. I ragazzi iperattivi ricevono lezioni individuali in loculi molto piccoli, separati dal resto dell’ambiente. Hanno bisogno di concentrarsi e non eseere distratti da niente. Sembrano un po’ delle celle di isolamento. Le sedie-banco dove si siedono hanno una sbarra che corre dietro la loro schiena. In questo modo non riescono a muoversi e sono costretti a rimane fermi.
Saluto la sorella superiore, mesisicana, e mi incammino verso la stazione della metro pensando e ripensando…
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