Wednesday 18 November 2009

I BAMBINI DI CHANDRAGIRI





Mi alzo la mattina con le voci dei vicini che all’alba risuonano nella stradina di fronte la camera dove dormo. Dedico la mattina alla visita dei quattro asili presenti nel settlement. Ci sono solo bambini fino ai 4 anni, qualcuno ha anche meno di un anno e le insegnanti più che insegnare talvolta lavorano come baby sitter. I bambini giocano e cantano, imparano l’alfabeto e le basi dell’inglese. Solo pochi bambini sono presenti negli asili, meno della metà, perché molti hanno lasciato Chandragiri con le loro famiglie impegnate nel mercato della vendita dei maglioni altrove, i quali vengono acquistati nel Punjab al prezzo di 300 rupie e rivenduti al doppio.
In un asilo i bambini prendono il the tutti insieme, seduti in fila a ridosso del muro esterno alla classe. Una bambina comincia a piangere appena mi avvicino e un’altra anche. Forse è la mia macchina fotografica a spaventarli o la mia presenza. Ma quando vado via la stessa bambina con gli occhi ancori lucidi, mi saluta sorridendomi. Tutti gli altri sembrano divertirsi in questa situazione.
In un altro asilo i bambini scrivono su delle lavagnette le lettere dell’alfabeto e il bambino più piccolo, che a malapena riesce a mantenersi in piedi, viene tenuto dall’insegnante. Nel campo n.4 i bambini pranzano con riso e del Dal, una salsa a base di lenticche e curry, un piatto tipico indiano, ma molto usato dai tibetani che vivono in India. Un bambino di sei mesi è in braccio ad un’insegnante e il suo viso paffuto fa delle espressioni buffe. Una bambina esuberante si diverte alla mia presenza. E le piace tanto essere fotografata.
Le strutture dei vari asili sono abbastanza fatiscenti, a parte quella del campo n.4, donata da una NGO italiana, che presenta sulla facciata dei bei motivi decorativi ispirati al buddismo. Le cucine non hanno il gas e sono costretti ancora a cucinare con il fuoco della legna. Sono rimasto molto sorpreso da questo. I bambini dopo pranzo si riposano su letti di legno senza materasso. Tutto questo mi fa riflettere…

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