Wednesday 21 October 2009

BHARAPTUR: UNA GIORNATA TRANQUILLA




Dopo Agra, oggi ho bisogno di un po’ di riposo. Dedico la mattina alla visita della città di Bharaptur, dove attualmente alloggio. Dopo 30 minuti di cammino raggiungo il bazar, cioè la via commerciale, dove la vita locale pullula ogni giorno.
Sulla mia destra un bel negozio di barbieri decora il marciapiede. Con i loro specchi appesi sul muro, sembra di stare in un negozio Tony e Guy. Le sedie di legno dove i clienti si accomodano spiccano per il loro colore blu acceso. I barbieri sono impegnati a usare le loro lame taglienti, il bianco della schiuma da barba lascia via via spazio libero alla pelle rasata pulita e profumata. Ciuffi di capelli abbelliscono il marciapiede e le forbici un po’ arrugginite si aprono e chiudono con un suono ripetitivo che ipnotizza. I guidatori di risciò sono sempre pronti a catturare potenziali clienti e, quindi, potete immaginare quante volte devo dire: ‘no grazie’. Mi accorgo che sono il solo turista e la situazione comincia a piacermi. Amo questi posti. Le persone sono reali e molto amichevoli. I ragazzini mi salutano, con la loro curiosità nei miei confronti. Le bancarelle di dolci prosperano in questa città, sono molto allettanti, non tanto le centinaia di insetti che vi sono posate sopra, che formano però una interessante composizione geometrica. Numerosi sono i colori e le forme. Dolci sferici, cubici, parelloidi, un’esplosione di bontà e di dolcezza.
Camminando sulla via trafficata, con decine di risciò e moto che ogni volta ti sfiorano, mi fermo davanti ad una bottega di un fabbro. Un ragazzino dall’aspetto molto pulito, con il suo viso immacolato, con un martello riduce a piccoli frammenti dei carboni, che servono per alimentare il fuoco. Il fabbro, con un sistema molto arcaico, ma funzionale, pompa aria nel piccolo forno e con una pinza afferra un pezzo di ferro e lo pone tra i carboni ardenti. Il metallo è incandescente, una volta tirato fuori, un colore arancio e rosso acceso. Cominicia a batterlo con vigore, con le sue braccia esili, ma con la sua grande esperienza alle spalle. Il tintinnio del martello sul metallo incandescente risuona nella bottega. Mi sembra di tornare indietro negli anni, con i pensieri, con l’immaginazione. Ma mi accorgo che è tutto reale.
Una signora con un vestito rosso e il suo velo sul capo, distribuisce acqua, dietro una grata. Un vecchietto si avvicina assetato e da un buco la signora avvicina un piccolo catino alla bocca dell’anziano che si riprende dal caldo e riparte felice per la sua strada.
Una stradina sulla mia destra si snoda tra le case azzurre. Un bellissimo colore, che contrasta con il colore marrone dei mattoni nudi di certe case. Si respira un’aria tranquilla tra le mura del quartiere. Dei bambini mi vedono, cominciano a chiamarsi a vicenda e con ironia mi chiedono delle foto. Si sistemano sull’uscio di una porta di una casa abbandonata, si contendono il posto in prima fila. Andando avanti, tante biciclette sono parcheggiate a ridosso di un muro adornato dalla pubblicità dipinta a mano, formano quasi un mosaico ondeggiante. Due giovani mucche di colore chiaro si riposano per terra, mentre un enorme toro legato al muro da una catena si ciba di spazzatura all’ombra. Intravedo una bambina appoggiata alla porta blu della sua dimora. E’ scalza, indossa un vestitino giallo arancio, con delle parti di merletto, con due favolosi bottoni al centro. E’ molto timida, vorrebbe quasi allontanarsi e rientrare a casa. La mamma si avvicina a lei e la incoraggia. Mi osserva e mi sorride con il suo viso così fanciullesco e innocente. Il fratellino maggiore le è accanto con un braccialetto rosso e la sua camicia blu, che per metà fuoriesce dai suoi pantaloni.
Un quadro realista, colorato. Un salto indietro nel tempo. Impressionante.

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