Thursday 24 September 2009

VISITA AL TCV DI LEH




Alle 9 mi vengono a prendere con una jeep dalla guest house dove alloggio. Arriviamo al TCV, Tibetan Children Village, e mi accompagnano nell’ufficio del direttore. Mi accomodo al fianco della sua scrivania e comincio così a spigargli l’intento del mio lavoro di documentazione sulla situazione del popolo tibetano in India e Nepal. Mi spiega come il settlement che si trova annesso al TCV sia di natura principalmente agricolo. Ogni famiglia possiede un pezzo di terra da poter coltivare che è stato concesso dal governo indiano per il loro sostentamento. Ci sono però due problemi di difficile soluzione, l’irrigazione e la fertilità del terreno. L’irrigazione è molto difficile da praticare. E’ presente un canale dal quale attingere l’acqua, ma il livello dell’acqua è molto basso, tanto che la reale disponibilità di acqua è molto bassa. Inoltre i terreni sono poveri, hanno cioè una fertilità bassa, e quindi di conseguenza una produttività misera. Si effettuano solo concimazioni organiche con escrementi animali e umani, per la salvaguardia di un ambiente molto delicato dal punto di vista ambientale. Sui terreni si coltiva principalmente erba che viene utilizzata per l’alimentazione degli animali allevati. Nel TCV ci sono oltre 2000 bambini. Il sistema di educazione usato è diverso dal sistema tradizione tibetano fondato sulla religione buddista. Un sistema moderno basato sull’insegnamento di materie attuali. Come l’inglese, l’informatica, la chimica, le scienze, la comunicazione sociale , Hindi, scienze, lo sport, la danza. Prima del 1959, l’educazione in Tibet era concentrata sulle sacre scritture tibetane e veniva effettuata dai monaci. In Tibet non ci sono grandi scuole come quelle presenti in India. Nei villaggi i bambini vengono venivano portati dai monaci che davano l’educazione: ogni monaco aveva un bambino da educare. Solo per i monaci c’erano grandi università con anche fino a 7000 monaci.
Nel TCV i bambini inizano la scuola all’età di 3 anni. All’età di 6 anni i bambini iniziano la prima classe fino alla decima classe. Al termine di essa tutti i ragazzi devono sostenere l’esame CBSE. Per passare l’esame si deve ottenere un punteggio del 40% per poter accedere alla scuola preuniversitaria per due anni. Durante la decima classe i ragazzi devono decidere il campo dove si vogliono specializzare. Per esempio, chi vuole specializzarsi nel ramo scientifico va a Dharmsala, A Copalbur vanno i ragazzi interessati in scienze politiche, arte, economia, psicologia, inglese, a 30 km da Dharmsala. Studenti comuni vanno al Sud. Fino alla classe n. 12 dopo la quale devono sostenere un altro esame con un punteggio minimo del 60% per accedere alle università indiane a Delhi, Mombay, Bangalore, Kalcota. I ragazzi non molto intelligenti, non tanto bravi a scuola, non capaci ad accedere alle università, di solito vanno al Vocation Training Centre, una scuola professionale, dove si insegnano dei mestieri quali, il carpentiere, l’elettricista e altro. Circa il 50-60 % va all’Università, la restante parte rimane nei campi.
Dopo la conversazione con il direttore comincio il tour nel TCV. Mi accompagna un signore che vive là da tre anni e che ha imparato l’inglese in questo periodo. I 2000 studenti vengono ospitati in sei ostelli. Gli altri studenti che non vivono negli ostelli, vengono alloggiati nelle home, ognuna delle quali ha quattro stanze, con quattro letti ognuna. Tutti i ragazzi che si trovano in questi alloggi non hanno una famiglia, gli altri vivono nelle case del settlement insieme ai loro genitori o altri parenti.
Ci sono 150 insegnanti nella scuola, ai quali è affidata l’educazione dei ragazzi.
E’ presente una biblioteca aperta nel 1970, con circa dieci mila libri presenti e altri sette mila fuori, o perché smarriti dagli studenti o perchè ormai vecchi e in disuso, in lingua inglese e tibetano.
All’interno del TCV è presente anche un laboratorio artigianale, dove viene insegnato agli studenti come fare le uniformi per la scuola, il taglio, il cucito, e lo stiramento, con lezione teoriche, ma soprattutto con la pratica. C’è un laboratorio di computer, uno per gli esperimenti scientifici, un grande campo di calcio, un altro per il basket, un laboratorio per la visione di film e documentari, un grande stupa. C’è anche un Vocational Centre dove si costruiscono oggetti di metallo, come cancelli, porte e altro.
Affianco al TCV fuori dalle mura è presente un monastero e una casa per gli anziani che ospita 60 persone. Domani si ritorna al TCV.

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