Monday 21 December 2009

NA CAMMINATA LUNGO LA RIVA DEL LAGO DI POKHARA






Oggi è sciopero nazionale. Tutto è fermo. Per le strade non ci sono macchine, moto, ma solo biciclette e gente che cammina. E’ tutto molto tranquillo. Sembra di essere ritornati alla fine dell’ottocento quando le automobili ancora non esistevano. I ristoranti hanno le saracinesche abbassate e qualcuno rimane aperto rimanendo sempre all’erta nel caso passino dei gruppi maoisti che potrebbero creare dei casini.
Decido di fare una camminata lungo il lago di Pokhara. Il sole è molto piacevole. Uscendo dalla città comincio a vedere una realtà ben diversa da quella che ho visto finora, visto che sono rimasto sempre nel nucleo cittadino. I bambini giocano per strada, una signora con il suo colorato vestito rosso e blu porta sulla schiena un cesto pieno di vegetali. Un signore con l’aiuto di una pala scava sul versante accanto alla strada e raccoglie la terra rossa, la filtra per prendere sola la parte fine e la mette in un sacco. Sul pendio si notano più buchi. Probabilmente la usano per l’orto. Molte barche dei pescatori sono parcheggiate sulla riva e i ristorantini di pesce si susseguono lungo la strada. In una baia l’acqua ristagna e una folta coltre di vegetazione ricopre la superficie dell’acqua. Un signore accompagnato da un ragazzo pescano. Utilizzano un bastone lungo un paio di metri e tirano il filo raccogliendolo attorno ad un pezzo di legno. Al di sotto della strada i campi di riso sono infiniti. La maggior parte sono secchi e oramai tutte le piante sono state tagliate e il riso è stato raccolto. La stagione delle piogge è ormai finita e bisogna aspettare il prossimo anno. Delle donne risalgono il crinale che porta sulla strada caricando sulle loro schiene un grosso cumulo di piante secche di riso che usano come paglia per i bufali e le vacche. Di profilo, sembrano formare un cuore e il colore rosso del vestito di una ragazzo si abbina perfettamente al colore chiaro degli steli secchi.
Delle vacche girano legate intorno ad un palo di legno legate da una corda camminando su un mucchio di paglia di riso distribuito lungo il loro percorso circolare e una ragazzina che indossa una gonnellina verde e un maglioncino rosso le incita a camminare battendole con un bastone e gridando qualcosa in nepalese. Una ragazza siede là vicino e le dico che non avevo mai visto fare una cosa del genere e lei mi chiede se in Italia non si usa fare così. Le spiego che forse 50 anni fa lo facevano e che ora si usano le macchine. Due signori mi passano vicino caricando sulla schiena un sacco pesante pieno di riso. Dei cumuli enormi di paglia di riso sono disseminati sul plateau che lontano sembravano delle piccole capanne. Il sole si sta abbassando, il lago è circondato da montagne e i raggi si propagano seguendo i loro crinali. Sembra di essere in una favola. C’è una leggera foschia che rende tutto più magico.
Due bisonti si incornano a vicenda in una pozzanghera. La lotta dura solo un minuto e poi ritornano sulla loro strada. Un altro fa il bagno e si infanga rigirandosi da una parte a l’altra. Il fango nasconde il colore scuro della sua pelle tesa. Si incamminano verso la strada principale mentre anch’io riprendo la mia per ritornare in città.

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